mercoledì 9 aprile 2014

MONTE CATRIA










Il monte Catria è una montagna dell'Appennino umbro-marchigiano alta 1701 m s.l.m. posta lungo il confine tra Umbria e Marche, all'interno del territorio dei comuni di CagliCantianoFrontone e Serra Sant'Abbondio, in provincia di Pesaro e Urbino e del comune di Scheggia e Pascelupo, in provincia di Perugia. Fa parte delle comunità montane del Catria e Nerone e del Catria e Cesano (PU) e dell'Alto Chiascio (PG).
Il gruppo del Monte Catria comprende inoltre altre cime minori: il monte Acuto (1668 m), le Balze degli Spicchi (1526 m), il corno di Catria (1186 m), il monte Tenetra (1240 m), il monte Alto (1321 m) e il monte Morcia (1223 m). L'altimetria segna dunque le quote più elevate di questa parte settentrionale dell'Appennino umbro-marchigiano; le vette del monte Catria e del monte Acuto sono peraltro le più alte nel tratto appenninico compreso tra la catena dei monti Sibillini a sud e l'alto Appennino bolognese con il corno alle Scale(1945 m), a nord.
Dal Catria nascono i fiumi CesanoArtino, e Cinisco. Data l'imponenza, il grande massiccio è percorribile per tortuosi sentieri o strade asfaltate fin sulla cima, da dove si domina l'Italia centrale e la costa adriatica in un vastissimo panorama. Si può salire da Chiasernadi CantianoVal d'OrbiaIsola Fossara, Montelago di SassoferratoSerra Sant'AbbondioFrontoneColombara.
Si trovano piante e boschi di abetefaggioacero montanoacero ricciolecciogineprocarpino bianco e carpino nerosorbo montanoornielloroverellanoccioloolmo montanotasso e tante altre specie. Da ricordare per la loro rarità tra gli arbusti l'onicino, la rosa spinosissima, la dafne olivella, la ginestra stellata, il cotognastro minore, l'uva spina, il crespino e l'efedra. Le zone pedemontane sono ricche di quercenociciliegimeli e castagni.
All'interno delle faggete, fresche ed umide, prosperano come arbusti il bel sigillo di Salomone, il più raro sigillo di Salomone verticillato, l'erba gialla, e, ai margini dell'area boscata, il ribes alpino, e il ranno alpino. Qua e là spuntano anche agrifogliorovi e piantine di fragole e more; tra i fiori, il bucaneve, le primule, le orchidee, i mughetti, i narcisi, i crocus, legenziane, le potentille, i myosotis alpini e le viole di Eugenia; di grande interesse e valore sono anche le specie vegetali che crescono negli ambienti rocciosi, nei macereti e nei prati sassosi del Gruppo del Catria per le quali sono state distinte ben 8 aree floristiche protette della Regione Marche.
Si possono vedere al pascolo in molti esemplari: mulicavalli della autoctona razzamucche della razza marchigiana, pecorecapre; pericolose insidie sono costituite dalla presenza delle vipere; volteggiano nei cieli diverse coppie di aquile reali, i falchi, gli sparvieri e gli astori, numerosi gheppi; nei boschi i gufi reali, gli allocchi, i barbagianni e lepoiane; fino alle zone pedemontane sono inoltre presenti il picchio nero e il picchio rosso, minore e maggiore. Tra i volatili, sono accertati anche i rari coturnice appenninica efringuello alpino.
Una rarità è anche la presenza dello "scazzone" (Cottus gobio), piccolo pesce che necessita di acque purissime - protetto addirittura dalla Comunità Europea poiché rappresenta un relitto glaciale - il quale popola con i gamberi di fiume ed i granchi le acque dei torrenti del massiccio montuoso. Nei freddi torrenti inoltre, fra gli anfibi, sono accertati la rarasalamandrina dagli occhiali, il geotritone e la rarissima salamandra pezzata; verso valle, quando i letti dei torrenti si allargano, si aggiunge la presenza delle trote.
Inoltre, nelle estese aree boschive e nelle secolari faggete ad alto fusto, è numerosa la presenza di volpiscoiattolifainetassigatti selvaticidonnole e martore; diffusi anche, ormai in forma stanziale, diversi branchi di cinghialimuflonicaprioli e daini. Un cenno a parte merita il daino, in quanto non è originario della fauna italiana; la sua presenza è dovuta interamente ad introduzioni. In particolare, i numerosi daini presenti sul Catria sono sicuramente il risultato dell'uscita degli animali dai recinti di allevamento della zona del vicino monte Strega, esistenti da oltre mezzo secolo, e di vari ripopolamenti con provenienza degli animali forse jugoslava.
Infine è ormai consolidata la presenza del re dell'Appennino: il lupo. Questi, solitario o in branco, si spinge sempre più spesso fino ai primi paesi pedemontani della zona, dove in inverno, cercando cibo, spesso preda anche pollame e piccoli animali domestici. Negli ultimi anni, si sono infatti registrati diversi episodi nelle località Foce e Caprile, frazioni diFrontone e nei paesi di Chiaserna e Fossato, nel comune di Cantiano. Inoltre, vi sono stati diversi avvistamenti nei pressi dell'Eremo di Fonte Avellana.

Nessun commento:

Posta un commento